Avevo previsto che la Terza Guerra Mondiale sarebbe scoppiata nel Belucistan: ora mi dovete un milione di euro (su PayPal, grazie)

Verso la fine del 2019 sostenni che di lì a poco il Belucistan, una regione totalmente sconosciuta all’opinione pubblica occidentale, sarebbe diventato un nuovo obiettivo della penetrazione americana in Asia Centrale, una volta metabolizzato da parte degli yankee il loro fallimento in Afghanistan e in Iraq.

Ad insospettirmi non erano stati tanto i ricorrenti articoli riguardanti la questione di Limes (che come da trent’anni a questa parte nessuno legge), quanto le attenzioni della stampa israeliana che da tempo promuove una “alleanza strategica” tra il Mossad e gli indipendentisti dell’area, allo scopo di procedere a una “curdizzazione” della questione baluca (o come si dice, tanto fa ridere lo stesso) per distogliere il mondo da quanto accade a Gaza.

Sentiremo presto parlare del “genocidio nel Belucistan”?


Come ricordava nel 2015 un giornalista beluci sul Jerusalem Post, nonostante la “resistenza” del suo popolo fosse stata per anni votata al palestinismo, vuoi per l’influenza dell’Unione Sovietica vuoi per la sua connotazione religiosa (esso è a maggioranza islamico sunnita), era venuto il momento di trasformare le accuse del Pakistan a Israele di sostenere il terrorismo separatista (ispirate naturalmente a becero antisemitismo, eh) in realtà.

Il principale trait d’union tra le organizzazioni “occidentali” e gli insorti della regione sembra essere un ex “Ministro” del Balucistan, in esilio in una città a caso (Londra), Hyrbyair Marri, che afferma apertamente che i beluci dovrebbero “fare come i curdi”, cioè farsi sponsorizzare dai servizi segreti israeliani senza rovinarsi l’immagine di underdogghe (come direbbe la Meloni), essenziale per garantirsi il sostegno della “gente che conta” in Occidente (gauche caviar, tecnocrati, associazioni LGTBQ, centrosocialari).

Insomma, non c’è bisogno degli Sherlock Holmes della soia per capire i motivi per cui il mondo dovrà interessarsi al Belucistan (che la stampa italiana traslittera Balochistan in onore dei propri patrocinatori). Una cosa su cui vorrei rassicurare i lettori (sempre che ne abbiano bisogno) è che l’Iran non sta bombardando il Pakistan, né viceversa: semplicemente i due Paesi si stanno accanendo come da mezzo secolo a questa parte sui separatisti, che pur essendo di etnia iranica sono ufficialmente cittadini pakistani (anche se una parte vive in Iran) da quando nel 1948 il Belucistan è stato annesso da Islamabad senza particolari proteste da Teheran, in quanto regione desertica e priva di risorse (sulla loro bandiera campeggia un cammello…), divenuta “interessante” solo per colpa degli ebrei, ops volevo dire degli israeliani, ops volevo dire degli ameregani.

In sostanza, è da decenni che le due nazioni fanno a gara per bombardare la zona, accusandosi a vicenda di non lanciare abbastanza bombe. Il fatto che l’ennesimo “scambio di bombardamenti” venga presentato come una “escalation” (già il termine in sé implica falsamente che Hamas stia combattendo per conto dell’Iran) dipende soltanto dalla situazione internazionale. L’unica variazione che potrebbe essere presa sul serio riguarda l’intensità degli attacchi di Islamabad sui beluci in territorio persiano (scaturiti dalla sortita di Teheran, comunque legittimata dal fatto che i bersagli erano cittadini iraniani), quando solitamente le forze armate pakistane cercano di colpire in modo eguale al di qua e al di là del confine.

Perciò è inutile farsi suggestionare da certe affabulazioni, sia da parte del mainstream che della “controinformazione”. L’unico criterio su cui basare le previsioni di politica internazionale è la stupidità (indotta) delle masse occidentali: quale sarà il ballon d’essai in grado di far sventolare le bandiere della Nato e le “svastiche della tradizione” ai ragazzi dei centri sociali e costringere gli ultraconservatori a fare propaganda LGBTQ pur di sostenere Israele? È chiaro che a un certo punto uno non ci si mette nemmeno a stendere un’analisi un minimo seria: nemmeno la tragicità del contesto merita una qualche solennità, in quanto dettata da fattori emotivi, pulsioni irrazionali e tante altre cose superghei.

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2 thoughts on “Avevo previsto che la Terza Guerra Mondiale sarebbe scoppiata nel Belucistan: ora mi dovete un milione di euro (su PayPal, grazie)

  1. Ti seguo solamente dalle grandi restrizioni, perciò avevo abbastanza fresco il tuo articolo sul Belucistan: complimenti! Non leggo i giornali da anni, ma non mi stupirebbe se usassero la grafia all’inglese come dici. Del resto non ci inondano di Gaza City, immagino per distinguere la città dalla Striscia? Dovrebbero invece usare le lingue locali e non farci capire niente, oppure l’italiano (che a volte ha forme già attestate, seppur rare).

    1. Grazie, queste annotazioni in generale sono iorniche perché l’Iran non ha colpito ora i beluci a scopo di “provocare” gli americani o gli israeliani, ma perché sono iniziative di routine che si verificano in un contesto diverso, dunque non c’è alcuna “profezia” da parte mia. Grazie ancora

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