Avevamo parlato della decisione della Corte Suprema americana che consentiva ad una università ebraica newyorchese, la Yeshiva, di vietare le associazioni studentesche omosessuali. Tuttavia ora la stessa giudice Sonia Sotomayor, che sovrintende ai casi di New York, dopo aver dato assenso positivo sospendendo la sentenza che costringeva l’istituto ad accettare i gruppi LGBTQ, si è rimangiata il verdetto. In tutta risposta, la Yeshiva ha proibito tutte le associazioni studentesche.
Come riferisce la CBS, si apprende che la Yeshiva University ha immediatamente ordinato a tutti i gruppi studenteschi di sospendere le attività in attesa di intraprendere ulteriori azioni contro la decisione della Corte Suprema. L’università privata ebraica ortodossa ha inviato un’e-mail a tutti gli studenti chiedendo loro di “mettere in pausa tutte le attività del club universitario mentre [l’università] prende immediatamente provvedimenti per seguire la tabella di marcia fornita dalla Corte Suprema degli Stati Uniti per proteggere la libertà religiosa dell’Università”.
Il portavoce del gruppo studentesco Pride Alliance, Katie Rosenfeld, ha condannato la decisione: “Chiudendo tutte le attività del club, l’amministrazione della YU tenta di dividere il corpo studentesco e di mettere gli studenti gli uni contro gli altri“.
Notiamo che nessuna università cristiana negli Stati Uniti, nemmeno legata a culti fondamentalisti come mormonismo o evangelismo, avrebbe mai preso una decisione del genere. Forse anche perché l’indignazione e le proteste sarebbero state molto più veementi e aggressive.