La stampa italiana riporta finalmente una notizia dagli Stati Uniti in modo obiettivo e con dei titoli adeguati: Il governatore della Florida manda immigrati a Martha’s Vineyard, paradiso della borghesia liberal (“Rai News”); Il governatore della Florida spedisce i migranti clandestini nell’isola esclusiva amata dai ‘liberal’ (“Agi”); Florida, il governatore rep Ron De Santis spedisce gli immigrati nel buen retiro liberal (“Il Secolo d’Italia”).
In due parole, i governatori degli Stati repubblicani, come Ron DeSantis della Florida, Gregg Abbott del Texas e Doug Ducey dell’Arizona stanno organizzando voli esclusivi per immigrati clandestini in quegli Stati che hanno adottato la politica delle cosiddette “città santuario”. Come ha dichiarato il portavoce di De Santis, “Stati come il Massachusetts, New York e la California faciliteranno meglio l’accoglienza di queste persone che hanno invitato nel nostro paese incentivando l’immigrazione illegale”. In sostanza si tratta di rendere più “inclusive” le località più esclusive di quelli che ha parole vorrebbe più inclusività (fondamentalmente solo per il prossimo loro). O, per usare le parole del texano Abbott, “se i democratici si rifiutano di preoccuparsi di quel che accade al confine, porteremo il confine alle loro città”.
In Italia era accaduto qualcosa di simile (seppur in maniera “accidentale) nel 2016, in piena era Renzi, quando dei profughi stavano per arrivare nei “condominio residenziale di lusso” di Capalbio e tutto l’apparato piddino insorse contro la creazione di “ghetti”. Alla fine il coacervo di intellettuali, nobili e politicanti radical chic riuscì a spuntarla, accettando l’arrivo di 15 persone che scappavano dalla guerra e dalla fame su 50, naturalmente collocati a debita distanza dal centro storico e dalle spiagge frequentate dall’élite progressista, che nel frattempo faceva ospitare installazione artistiche (peraltro di due artisti ucraini, come a dire che tutto torna) per ricordare il dramma dell’immigrazione.
In quel caso l’errore, come si diceva, non fu voluto: semplicemente Capalbio avrebbe dovuto affrontare, in misura infinitamente minore, il dramma di tante città italiane (anche turistiche). Ora però gli americani sono alle prese con lo stesso problema e lo fanno in maniera più grande, più spettacolare e, non c’è bisogno di dirlo, più stupida.
Per esempio, i cinquanta “deportati” (così li descrive il “Corriere”, che non si smentisce mai e che anche per questo non linko) mandati sull’isola di Martha’s Vineyard, la Capalbio del Massachusetts, dove anche gli Obama hanno una villa (ricordiamo che fu Michelle Obama a rendere mainstream l’espressione white flight, cioè la “fuga” dei bianchi dei quartieri in cui arrivano troppi neri – l’altra parola d’ordine, nel caso gli stessi bianchi rimangano in un quartiere devastato cercando di non adeguarsi alla delinquenza è “gentrificazione”), sono stati sfollati in meno di due giorni dalla Guarda Nazionale inviata dal governatore democratico dello Stato.
Martha's Vineyard migrants sent to Cape Cod as Mass. calls up National Guard https://t.co/xXHqQx3YiQ pic.twitter.com/OiUMEd1krT
— New York Post (@nypost) September 16, 2022
Scelta saggissima perché, come chiosa sempre il Corriere, “ospitare colonie di immigrati [cinquanta, ndr] in un’isola con appena ventimila residenti non è semplice”. Mentre la CBS li ha congedati così: “L’addio da parte dell’isola che ha offerto loro riparo e sostegno [per 36 ore, ndt] è stato emozionante”. Per il momento i cinquanta rifugiati (quasi tutti venezuelani) sono stati scortati da 125 soldati in una base militare.
Ron DeSantis rispetto ai suoi colleghi repubblicani, che nei mesi scorsi avevano mandati gli immigrati a New York a Chicago (città già da tempo socialmente disintegrate e in cui la differenza non si è praticamente notata), sembra aver fatto una scelta più “offensiva”, decidendo di spedirli in una vera e propria enclave bianca (in cui gli unici neri sono i politici democratici afroamericani).
Joe Biden ha infatti parlato di un’azione “non americana”, mentre la Clinton ha chiamato in causa il “traffico di esseri umani” (evidentemente un tema di cui se ne intende…). Particolarmente imbarazzante la reazione dell’astro nascente Alexandra Ocasio-Cortez, che ha perso l’ennesima occasione di smentire la sua assoluta omogeneità all’apparato democratico.
It’s appalling that far-right politicians seem to have decided that fall before an election is their regularly scheduled time to commit crimes against humanity on refugees.
Don’t normalize this. Lying to & trafficking people for TV and clicks isn’t politics as usual. It’s abuse.
— Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) September 16, 2022
Peraltro i governatori repubblicani hanno fatto firmare delle liberatorie ai “deportati” in cui essi accettavano lo spostamento in una località di lusso ed esclusiva: dal punto di vista legale, anche se hanno firmato con una X, è quindi tutto in regola e non c’è Corte Suprema che possa incriminare qualcuno per “crimini contro l’umanità”. La campagna elettorale americana, in definitiva, si rivela sfortunatamente molto più interessante di quella italiana.
Superba trovata! Ma i commenti sdegnati dei dem sono tutti lì? Non una chiosa, un argomento? Mandarli tra i libtard è una deportazione? Così sfacciati nella loro intolleranza?
La campagna elettorale italiana è più noia che sconforto, una depressione priva di ansia, manca l’elemento maniacale-vitale. Un’ulteriore proroga dello Stato Catatonico.