In base al principio verba volant, scripta manent, per ricordare le iniziative annunciate da Giorgia Meloni nei confronti dell’immigrazione, riassumibili nell’espressione “blocco navale”, piuttosto che perder tempo a recuperare tutte le altisonanti dichiarazioni fatte in questi anni è preferibile rileggere alcune pagine della sua autobiografia Io sono Giorgia (Rizzoli, 2021):
«Per un fatto di serietà, ma anche di rispetto verso chi aspira legittimamente ad arrivare qui, qualsiasi Stato responsabile dovrebbe fare tutto ciò che è nelle sue prerogative per impedire l’immigrazione illegale di massa. Compreso costruire muri, o mettere in atto un blocco navale, se serve.
È proprio quest’ultima proposta ad aver maggiormente caratterizzato la posizione di Fratelli d’Italia negli ultimi tempi, tanto che per un periodo siamo stati definiti “il partito del blocco navale”. Abbiamo avuto la forza di continuare a sostenerlo nonostante il fuoco di fila del mainstream e le sue bugie sul tema, tipo dire che si tratta di un’opzione inumana, irrealizzabile, e l’immancabile mantra “il blocco navale è un atto di guerra”. È vero esattamente l’opposto: la nostra proposta, infatti, è l’unico strumento reale per far rispettare il diritto internazionale, fermare l’immigrazione illegale e mettere fine alla tragedia delle morti in mare. Intanto è falso che si tratti di un atto di guerra, dato che la nostra idea è quella di un blocco navale fatto in accordo con le autorità del Nord Africa per impedire la partenza dei barconi. In secondo luogo, la nostra proposta è molto più umana di quello che sta accadendo in questi anni, con la selezione fatta in base ai soldi che puoi pagare per arrivare in Italia, e che inevitabilmente finisce per privilegiare i migranti economici abbandonando chi scappa davvero dalla guerra e dalle persecuzioni. Noi prevediamo infatti la costituzione, sempre in Nord Africa, di centri controllati dalla comunità internazionale nei quali valutare le domande di ammissione, consentendo che i profughi arrivino in Europa, come previsto dalle norme del diritto internazionale, mentre gli immigrati irregolari vengano rispediti a casa. In terzo luogo è decisamente più seria che ritrovarsi con uno Stato sovrano che – per il tramite delle ONG – tratta apertamente con gli scafisti dandosi appuntamento con loro per raccogliere i clandestini, arricchendo una delle più efferate e vergognose organizzazioni criminali del nostro tempo.
Una volta stabilito che non si entra illegalmente, è giusto parlare in modo serio delle “quote” di immigrazione di cui ha bisogno l’Italia. I dati demografici, come ho già scritto, sono terribili: stiamo assistendo a un progressivo decremento della popolazione e a una riduzione importante dei residenti in Italia. Ormai i morti superano il numero dei nati. Detto in altre parole, siamo destinati all’estinzione come popolo. A questo problema la prima risposta deve essere un piano di incentivo alla natalità, e non a caso il primo punto del programma di FDI è da sempre “il più imponente piano di sostegno alle famiglie e alla natalità della millenaria storia del popolo italiano”. Detto così, con toni volutamente altisonanti. Purtroppo, però, non si è mai fatto quello che serviva e la crisi della natalità perdura ormai da troppi anni. Un’inversione di marcia, che proveremo a realizzare se e quando saremo al governo di questa nazione, ma che non potrà, purtroppo, portare i suoi frutti prima di diversi decenni se non addirittura di qualche secolo».
La formula blocco navale stava quasi per farsi strada in veste di italianismo nel lessico gazzettistico internazionale, fino a che la Meloni, alle prese col cosiddetto litmus test (aa prova der nove), non ha dimostrato tutta l’evanescenza della sua proposta politica. E ora che le drammatiche immagini di una Lampedusa assediata come nemmeno nei più bui tempi piddini rimbalzano sui social, si sollevano sempre più voci sdegnate dall’Internazionale Nera.
Per esempio, Eva Vlaardingerbroek, conosciuta come “la vichinga dell’estrema destra” (ma citata persino da Elon Musk contro l’ADL…!), ha commentato velenosamente su Twitter (taggando la Meloni stessa): «Dov’è quel “Blocco Navale” [in italiano] che ci avevi promesso, Giorgia Meloni? Hai tradito i tuoi lettori e il resto dell’Europa».
🇮🇹Thousands of military aged men from Africa are invading our continent. Every. Day. This is Lampedusa, Italy.
Where is that “Blocco Navale” (naval blockade) that you promised us, @GiorgiaMeloni? You’ve betrayed your voter base – and the rest of Europe.pic.twitter.com/wkfqP3JBKR
— Eva Vlaardingerbroek (@EvaVlaar) September 13, 2023
In effetti non si capisce cosa Giorgia voglia fare “da grande”: come a suo tempo dimostrarono vari sondaggi, il motivo principale per cui gli italiani hanno deciso di votare in massa il suo partitino è proprio il blocco navale. E nonostante la maggior parte dell’opinione pubblica fosse in disaccordo con l’Agenda Draghi in economica e l’Agenda NATO in politica estera, comunque si era dimostrata acquiescente a queste “medicine amare” in cambio di una riduzione drastica dei flussi migratori ai nostri confini.
La stessa Meloni in campagna elettorale, peraltro, aveva fatto discorsi imbarazzanti riguardo l’Ucraina: intervistata in una trasmissione televisiva da Mario Giordano, aveva paragonato Putin a un “ladro di case” e la reazione di Zelenskij a una “legittima difesa”, facendo intendere ai suoi connazionali che se avessero voluto un briciolo di sicurezza e ordine pubblico avrebbero dovuto accettare zitti zitti la linea ultra-atlantista del suo eventuale esecutivo. E gli italiani, probabilmente non di buon grado, hanno accettato questo osceno baratto, scegliendo sia il disonore che la guerra in un’unica soluzione.
Agli albori del “governo più a destra dalla Seconda Guerra Mondiale”, mi interrogavo sull’utilizzo da parte della Meloni di un’espressione non comune della lingua inglese, steadfast, nel suo scambio di convenevoli bellici con Zelenskij su Twitter.
C’è però un altro modo di dire, questa volta italiano, che l’attuale premier ama spesso utilizzare: mi riferisco al verbo turlupinare. Pochi lo sanno, ma si tratta di un gallicismo risalente addirittura al XVII secolo e ispirato dallo pseudonimo (Turlupin) adottato dall’attore francese Henri Le Grand (1583–1634), noto per le sue “burle”. Sarà una mia impressione, ma ho notato che la formula viene spesso apprezzata da chi ha un accento romanesco: la mia ipotesi è che venga inconsciamente percepita come consona alla tendenza alla rotacizzazione tipica di tale inflessione.
Ad ogni modo, se prendiamo per buona la definizione della Treccani (“Raggirare, ingannare beffando la buona fede o l’ingenuità altrui”) si può ben dire che, almeno fino a questo momento, la Meloni abbia TURLPUINATO gli italiani!
Dopo l’ingresso della Lega nel governo Draghi, tra gli elettori leghisti ho letto alcuni fan di Salvini («Salvini non si tocca!»), ma molti di più si dicevano traditi per questo e che in conseguenza di questo dichiaravano di voler dare il voto alla Meloni. Convincendo Salvini per la seconda volta quanto a scelte di governo (la prima nell’estate 2019), Giorgetti (amico intimo di Draghi) è riuscito per la seconda volta a servire egregiamente il Nemico.