Il 7% degli adolescenti britannici ha tentato il suicidio

About 7% of UK children have attempted suicide by age of 17
(The Guardian, 21 febbraio 2021)

Secondo un articolo del British Journal of Psychiatry, circa il 7% dei ragazzi inglesi ha tentato il suicidio all’età di 17 anni e quasi uno su quattro afferma di aver iniziato a compiere atti di autolesionismo nell’ultimo anno. Queste cifre potrebbero aumentare a causa della pandemia.

I dati provengono da un campione di circa 19.000 giovani nati all’inizio del millennio in Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Lo studio afferma che il 7% dei diciassettenni del campione ha risposto affermativamente alla domanda se si fossero mai “feriti apposta nel tentativo di porre fine alla propria vita”, mentre alla domanda se avessero compiuto atti di autolesionismo durante l’anno precedente, il 24% ha risposto di sì.

I dati possono essere appaiati a quelli nazionali, che indicano che 52.427 diciassettenni hanno tentato il suicidio ad un certo punto della loro vita e 170.744 sono diventati autolesionisti nei 12 mesi precedenti lo scoppio della pandemia di covid.

Gli psichiatri affermano che le cifre rispecchiano una tendenza riguardante l’approccio alle sfide da parte dei giovani e avvertono che il covid e le sue ricadute probabilmente peggioreranno la situazione, sollecitando quindi investimenti immediati nell’assistenza ai giovani con problemi di salute mentale.

La dott.ssa Bernadka Dubicka, presidente della facoltà di salute mentale per bambini e adolescenti del Royal College of Psychiatrists, legge i risultati come parte di una “tendenza davvero preoccupante” in atto tempo. A suo parere i dati mostrano che c’è stato un aumento quasi annuale del numero di adolescenti che si feriscono deliberatamente.

Uno degli autori dello studio, la dott.ssa Praveetha Patalay dell’University College di Londra, ha dichiarato: “Il nostro studio evidenzia una grande disuguaglianza in questi esiti negativi sulla salute mentale all’età di 17 anni, con le donne e le minoranze sessuali particolarmente vulnerabili, riflettendo la maggiore disparità nelle pressioni che devono affrontare ed evidenziando la necessità di un supporto concreto alle sfide dell’adolescenza “.

Ha aggiunto: “C’è sicuramente bisogno di fornire un supporto maggiore, migliore e tempestivo ai giovani per evitare che i loro problemi di salute mentale diventino così gravi, ma ugualmente dobbiamo davvero pensare al motivo per cui i giovani oggi facciano così tanta fatica ad affrontare le sfide della vita“.

Per la dott.sa Dubicka i dati del Servizio Sanitario Nazionale mostrano che gli adolescenti rappresentano il 41% di tutti i ricoveri in ospedale per autolesionismo. “Anno dopo anno clinicamente osserviamo un numero sempre più alto di giovani che si presentano in pronto soccorso per autolesionismo e vengono ricoverati nei reparti di salute mentale”.

A suo parere, nonostante la mancanza di ricerche nel campo, le cause principali sono quasi certamente collegate all’austerità e alla povertà in aumento: “Questi fattori hanno sicuramente un impatto sui ragazzi. L’altro problema è l’istruzione, che rappresenta un enorme stress per i giovani“, ha affermato, aggiungendo che un aumento generale dei problemi di salute mentale contribuisce a un aumento dell’autolesionismo.

“Penso che sia importante che tutti i ragazzi si trovino al loro agio nel sistema educativo. Come è noto, il 50% dei giovani arriva all’università e un altro 50% no, e all’interno di quel gruppo ci sono molti ragazzi svantaggiati con difficoltà di apprendimento o autismo, con sostegno o traumatizzati. Tutti i ragazzi devono avere pari opportunità”, ha detto.

Il rapporto afferma: “L’età di 17 anni segna un’età importante per molte transizioni chiave della vita, inclusa la fine dell’istruzione obbligatoria e l’allontanamento da casa. Con la fine del supporto da parte dei servizi di salute mentale per bambini e adolescenti intorno a questa età critica, molti giovani non sanno rivolgersi ai servizi di salute mentale per adulti, peggiorando ulteriormente la loro situazione nel momento in cui un supporto sarebbe più urgente. Questi risultati sottolineano la necessità di un supporto per la salute mentale a questa generazione”.

Per Dubicka è importante che il governo acceleri i piani per formare team di supporto psicologico nelle scuole. L’autolesionismo è infatti un modo per manifestare angoscia da parte di coloro che hanno difficoltà a esprimerla a voce: “Alcuni ragazzi si fanno del male per bassa autostima, frustrazione e odio di se stessi”.

Anche i social media potrebbero rappresentare un ambiente nocivo per alcuni giovani: “I giovani hanno bisogno di strumenti per essere in grado di gestire i social in modo sicuro e i genitori hanno bisogno di strumenti e supporto per monitorare ciò che i loro figli stanno facendo online”.

Nel 2018, 759 giovani si sono tolti la vita nel Regno Unito e nella Repubblica d’Irlanda: in Inghilterra i tassi di suicidio tra i giovani sono aumentati negli ultimi anni. Il tasso di suicidio tra le giovani donne è ora il più alto mai registrato.

Dubicka ha detto che la pandemia avrà probabilmente un grande impatto sulla salute mentale, come peraltro è già possibile osservare. A suo parere saranno necessari specialisti più preparati per “soddisfare la domanda”: “Sono estremamente preoccupata per l’impatto della pandemia. Sappiamo che c’è stato un aumento dei rinvii. Nell’autunno dello scorso anno la domanda è stata la più alta di sempre”.

Claire Murdoch, direttrice nazionale per la salute mentale dell’NHS, ha dichiarato: “Il Servizio Sanitario Nazionale continua a occuparsi della salute mentale dei giovani anche durante la pandemia, comprese consultazioni telefoniche e video, supporto online e appuntamenti in presenza con i team di supporto nelle scuole “.

Un portavoce del governo ha dichiarato: “L’intervento e il trattamento precoci sono vitali e abbiamo investito 2,3 miliardi di sterline in più per aiutare altri 345.000 giovani ad accedere ai servizi finanziati dal NHS”.

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