Child bullying victims still suffering at 50
(BBC, 18 aprile 2014)
I bambini vittime di bullismo subiscono ancora gli effetti negativi sulla propria salute fisica e mentale a oltre quarant’anni dalle loro esperienze, afferma uno studio di un gruppo di ricercatori del King’s College di Londra svolto su 7.771 bambini nati nel 1958 dall’età di sette anni fino ai cinquanta. La ricerca prova che chi viene bullizzato da piccolo ha maggiori probabilità di soffrire di depressione e ansia da adulto e di avere in generale una bassa qualità della vita.
Un precedente studio dell’Università di Warwick aveva rintracciato oltre 1.400 persone di età compresa tra i 9 e i 26 anni scoprendo che il bullismo ha avuto conseguenze negative a lungo termine sulla salute, le prospettive di lavoro e le relazioni sentimentali. Questo studio, pubblicato sull’American Journal of Psychiatry, suggerisce che l’impatto traumatico del bullismo potrebbe estendersi fino alla mezza età.
Per raccogliere i dati, i ricercatori hanno chiesto ai genitori se il loro bambino era stato vittima di bullismo a sette e undici anni. Oltre il 25% ha dichiarato di esserne stato vittima sporadicamente, e il 15% di frequente. Nel corso degli anni, i ricercatori hanno quindi effettuato test per capire se gli effetti noti del bullismo persistessero in età adulta.
Gli individui sono stati testati per il disagio psicologico e la salute generale all’età di 23 e 50 anni, per problemi psichiatrici a 45 anni e per funzionamento cognitivo, relazioni sociali e benessere a 50 anni. Lo studio ha scoperto che coloro che sono stati vittime di bullismo durante l’infanzia hanno maggiori probabilità di avere una salute fisica e mentale e un funzionamento cognitivo peggiori a 50 anni, nonché di essere depressi e coltivare tendenze suicide.
Sono state individuate anche le conseguenze sociali ed economiche del bullismo infantile: le vittime hanno maggiori probabilità di ricevere una istruzione inferiore agli altri, di essere disoccupate e guadagnare meno. Pure le relazioni sociali ne risultano influenzate: gli individui vittime di bullismo hanno meno probabilità di instaurare una relazione o trovare supporto da parte di amici e familiari a 50 anni.
La prof.ssa Louise Arseneault, autrice dello studio, dell’Institute of Psychiatry del King’s College di Londra, ha dichiarato:
“Dobbiamo abbandonare l’idea che il bullismo sia un momento inevitabile della crescita. Insegnanti, genitori e politici dovrebbero essere consapevoli che ciò che accade nel cortile di una scuola può avere ripercussioni a lungo termine per i bambini. I programmi per combattere il bullismo sono importanti, ma dobbiamo anche concentrare i nostri sforzi sull’intervento precoce per prevenire potenziali problemi che persisterebbero nell’adolescenza e in età adulta”.
Lo studio ha constatato inoltre che l’effetto dannoso del bullismo è rilevabile anche quando vengono presi in considerazione altri fattori come il quoziente intellettivo, i problemi psicologici e comportamentali del soggetto e lo status socioeconomico dei genitori.
Per Lucie Russell (dell’organizzazione contro il bullismo Young Minds) la ricerca evidenzia gli effetti non temporanei del fenomeno: “Il bullismo è traumatico e doloroso per ogni giovane che lo sperimenta, e il suo impatto può causare danni psicologici a lungo termine, come ha dimostrato questo importante studio”.
Martha Evans, coordinatrice nazionale dell’Anti-Bullying Alliance, ha osservato che “genitori, insegnanti, bambini e giovani hanno ciascuno un ruolo da svolgere per creare una società in cui il bullismo non venga più tollerato e nella quale la risposta a esso sia rapida e appropriata”.
Tutto bello, tutto giusto, ma questo passaggio mi fa un po’ paura: “I programmi per combattere il bullismo sono importanti, ma dobbiamo anche concentrare i nostri sforzi sull’intervento precoce per prevenire potenziali problemi che persisterebbero nell’adolescenza e in età adulta”. Non è che cominceranno a trattare i bambini (maschi, of course) come violenti appena mostreranno un minimo di vivacità? O si porteranno gli insegnanti a procedere, nel dubbio, sempre anche di fronte al più labile indizio? Combattere il bullismo è ottimo (io l’ho subito), ma quando si comincia a pretendere di eradicare totalmente qualsiasi devianza, anche la più piccola, addirittura prima che avvenga il rischio della crociata moralista, per la quale meglio 100 innocenti puniti che un singolo caso anche piccolo sfuggito. Non è bastato l’affaire Ritalin?
Ennesima cappa pseudo-protettiva del politicamente corretto per crescere dei deboli, vigliacchi, impotenti che non saranno mai pronti per l’età virile. Se hanno dei problemi per tutta la vita peggio per loro, dato che essere vivi vuol dire avere dei problemi.
il bullismo non è “formativo”, smettiamola con questa pedagogia da puttanelle in calore