Nasrallah: Hezbollah pronto alla guerra, ma non oggi

Chi si aspettava che nel suo odierno discorso alla nazione Hassan Nasrallah dichiarasse guerra ad Israele non ha fatto i conti con l’eventualità di trovarsi al cospetto di un politico di alto livello e non di un chierico invasato. In estrema sintesi riporto i contenuti del suo discorso, giusto per la cronaca…

Il leader di Hezbollah ha affermato che l’operazione del 7 ottobre di Hamas ha dimostrato come Israele sia più fragile di una ragnatela e come lo Stato ebraico non riesca a condurre alcuna operazione militare senza l’immediato aiuto americano.

Secondo Nasrallah, in questi frangenti Israele per l’ennesima volta rivela al mondo intero la sua natura barbarica, di entità che in 75 anni di esistenza non ha fatto altro che commettere massacri, ma che l’Occidente ha sempre tentato di far apparire come una nazione civile e democratica.

I principali responsabili del bagno di sangue a Gaza tuttavia restano in primo luogo gli Stati Uniti, che evidentemente non hanno ancora imparato le lezioni dell’Iraq e dell’Afghanistan e ora si servono di Israele come mezzo per proseguire la destabilizzazione del Medio Oriente.

Il leader libanese ha affermato che Hezbollah è disposto a ogni sacrificio per sconfiggere il nemico, porre fine all’aggressione a Gaza e aiutare Hamas a vincere. Ha però voluto specificare che chiunque sostenga che una vittoria della Palestina sarebbe una vittoria dell’Iran o della Fratellanza Musulmana afferma una falsità, perché la sconfitta di Israele sarebbe prima di tutto un trionfo per la Palestina stessa, oltre che per gli altri Stati della regione come Egitto, Giordania, Siria e, naturalmente, il Libano. Ai presidenti delle altre nazioni arabe ha inoltre intimato di avere almeno la dignità di imporre un embargo petrolifero allo Stato ebraico.

Venendo infine alla possibilità di una guerra, nonostante Nasrallah abbia rimarcato che “tutte le opzioni sono sul tavolo”, attualmente il compito principale di Hezbollah è condurre attacchi senza precedenti nel Sud del Paese per impedire che tutte le truppe israeliane convolino verso Gaza. Tali azioni servono per l’appunto sia ad alleggerire sulla breve distanza le pressioni sulla Striscia sia intimorire Israele con la possibilità di una escalation sul fronte libanese.

Nasrallah è tornato più volte a minacciare gli Stati Uniti, affermando che in un nuovo conflitto nell’area avrebbero tutto da perdere e ricordando che i libanesi che hanno cacciato gli americani negli anni ’80 sono ancora vivi e combatteranno al fianco dei loro figli e nipoti.

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