Putin interferisce nelle elezioni presidenziali americane a favore di Biden

In un articolo del dicembre 2017 per “Foreign Affairs” (How to Stand Up to the Kremlin) l’allora papabile candidato alle presidenziale Joe Biden denunciava la malign influence del Cremlino sulla politica europea con toni a metà strada tra la retorica da Guerra Fredda, il complottismo e l’intimidazione aperta agli “alleati democratici”:

«In Francia, la diffusa consapevolezza del coinvolgimento della Russia nella campagna statunitense ha in qualche modo impedito al Cremlino di godere del vantaggio della prima mossa. La Russia però non si è arresa, e ha continuato a influenzare gli eventi politici in vari Paesi europei, compresi i referendum in Olanda (sull’integrazione dell’Ucraina in Europa), in Italia (sulle riforme istituzionali), e Spagna (sulla secessione della Catalogna). Il sostegno russo ad Alternative für Deutschland, un partito di estrema destra, mirava a far aumentare i voti del gruppo nelle ultime elezioni, amplificando il suo messaggio sui social media. I russi stanno ora mettendo in atto un impegno simile per sostenere il movimento nazionalista della Lega Nord e quello populista dei Cinque Stelle in vista delle prossime elezioni in Italia».

Al di là del fatto che pochi anni prima i repubblicani avevano rivolto accuse molto simili a un certo Barack Obama (rappresentato come un vero e proprio manchurian candidate al soldo dei “sovietici”) e che le esagerate paranoie sulle ingerenze russe  riversate sul Vecchio Continente scaturivano da esigenze interne della politica americana (il famigerato Russiagate), suonava a dir poco sgradevole che Biden tirasse in ballo l’Italia come a voler porre l’ipoteca sulle imminenti elezioni del 2018 (nonché ridicolo, se si ricorda che nel 2013 un ex ambasciatore americano a Roma affermò che il Five Star Movement fosse il“futuro dell’Italia”, offrendo sostanzialmente la prima sponda internazionale al movimento).

Un’altra nota di colore: il riferimento al referendum costituzionale di Renzi è probabilmente un aneddoto riferito a Biden dal “Bomba” in persona, che nelle sue memorie si vanta di aver telefonato direttamente a Putin per far rettificare un servizio di Russia Today sfavorevole al suo pseudo-plebiscito. Ma è storia vecchia, non rivanghiamo.

Ora, in tutta questa faccenda degli hacker del Cremlino, delle fake news putiniane e della post-verità post-sovietica siamo giunti al punto in cui Zar Vladimir in un’intervista di Rossija-1 auspica una riconferma di Uncle Joe alle prossime elezioni in quanto “politico della vecchia scuola”, più “esperto e prevedibile” rispetto a Donald Trump.

Putin ha aggiunto di aver incontrato l’attuale Presidente in Svizzera nel 2021 e di non aver riscontrato quella “incompetenza” a cui tanti accennavano, considerandolo invece un leader all’altezza del proprio compito. e giustificando anche alcune mosse maldestre di Biden, come l’aver sbattuto la testa uscendo da un elicottero («Chi di noi non ha battuto la testa da qualche parte?»).

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