Dopo qualche settimana di effimera resistenza, Trump è stato costretto ad accettare la vittoria di Joe Biden: la responsabile della General Services Administration (agenzia di coordinamento a livello nazionale) Emily Murphy ha aperto formalmente il processo di transizione dei poteri da un Presidente all’altro.
Il tycoon repubblicano ha fatto buon viso a cattivo gioco, limitandosi a evidenziare su Twitter come queste siano state “le elezioni più corrotte della storia” e ad annunciare il prosieguo della sua battaglia “contro i voti fasulli e Dominion” (la società che ha fornito il software per il conteggio dei voti), minimizzando dunque quella che sembra a tutti gli effetti un accettazione del verdetto delle urne.
What does GSA being allowed to preliminarily work with the Dems have to do with continuing to pursue our various cases on what will go down as the most corrupt election in American political history? We are moving full speed ahead. Will never concede to fake ballots & “Dominion”.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) November 24, 2020
Il ritardo della transizione non poteva essere procrastinato oltre senza mettere in pericolo la sicurezza nazionale, tra pandemia e rapporti dell’intelligence. Anche all’interno del Partito Repubblicano ci sono state pressioni su Trump per “mollare la presa”, da parte, per esempio, di Mark Meadows, capo dello staff della Casa Bianca, Pat Cipollone (sic), consigliere di Donald, e Jay Sekulow, avvocato personale del Presidente. Il passaggio è avvenuto dopo il riconteggio dei voti in Michigan, che ha confermato la vittoria democratica nello Stato.
L’ex vice di Obama ha già stilato una lista di consiglieri (come Anthony Blinket in veste di segretario di Stato o Janet Yellen, ex della Fed, al Tesoro – a naso due scelte molto istituzionali) che da ora potranno iniziare a coordinarsi con quelli del Presidente uscente. Yohannes Abraham, direttore esecutivo della transizione di Biden (obamiano di ferro di origine etiopiche), ha affermato che la decisione della signora Murphy è stata “un passo necessario per iniziare ad affrontare le sfide che attendono la nostra nazione”.
L’unico che sembra ancora rifiutare l’avvento di Biden alla Casa Bianca è Vladimir Putin, che in una intervista alla tv Poccия 1 ha dichiarato che si complimenterà con il democratico solo dopo l’annuncio ufficiale dei risultati elettorali. Il Presidente russo ha però tenuto a presentare questa sua scelta come assolutamente neutrale: “Non c’è alcun messaggio tra le righe in questo, nulla che possa essere usato per danneggiare i rapporti tra Russia e Stati Uniti”.
Nel frattempo, Trump ritira però l’America dal trattato Open Skies, accordo che dal 2002 consente a Mosca e Washington di sorvolare reciprocamente i propri spazi aerei a scopo difensivo (come rilevare tentativi di attacco militare). L’accusa dell’attuale amministrazione statunitense al Cremlino è di aver ripetutamente violato gli accordi, sabotando voli di sorveglianza USA su alcune aree “calde”, come l’enclave di Kaliningrad. Che si tratti forse di un goffo tentativo di “avvelenare i pozzi” da parte di Donald, come a suo tempo fece Obama con l’espulsione in massa di diplomatici russi (peraltro una scelta legata all’esito elettorale presumibilmente “contaminato” dai famigerati hacker)?
Uhm… sei sicuro?
credo Trump stia solo bluffando sui brogli, ma naturalmente sono pronto a ricredermi
Chissà se Pat Cipollone ha mai sentito parlare di Massimo Boldi.