Il portale “Krym Realij” (branca crimeana della celebre Radio Free Europe) ci informa che i diplomatici ucraini in Italia si stanno muovendo per imporre sanzioni all’azienda veronese Bertolaso, per aver fornito attrezzature per l’imbottigliamento vinicolo allo stabilimento di Sebastopoli della Zolotaja Balka (“Tralcio dorato”), una delle più grande cantine della Crimea.
L’ambasciata a Roma ha presentato una nota al nostro Ministero degli Esteri minacciando di rivolgersi direttamente all’Unione Europea per denunciare la violazione del regime di sanzioni anti-russe in vigore dal 2014. Nel mirino delle autorità ucraine ci sarebbero anche altre aziende italiane (il sito nomina Gortani, Innotec e Robino), sempre specializzate in macchinari per l’agricoltura, alle quali sarebbero state richieste direttamente spiegazioni sulla loro collaborazione con la Zolotaja Balka.
Il rappresentante del dipartimento commerciale di Bertolaso ha rilasciato una dichiarazione al portale:
«Abbiamo agito nella piena legalità. Vendiamo macchinari a numerosi clienti ma non abbiamo il dovere di interessarci dove essi vengano installati. La Crimea è comunque una regione con grandi potenzialità commerciali e di sviluppo. Se poi volete discutere di sanzioni e dei problemi “morali” legati alla questione, per me la conversazione può finire qui».
La Zolotaja Balka è una delle aziende vinicole più antiche della Crimea (risale al 1889) e dopo l’occupazione russa è stata rilevata dall’imprenditore Artem Zuev che ha messo in moto un ambizioso progetto di rinnovamento, investendo quasi 400 milioni di rubli e ottenendo nel 2017 la licenza per produrre vini a indicazione geografica protetta.