Giorgia Meloni si scambia quotidianamente messaggini con Edi Rama

Non saprei nemmeno cosa dire riguardo l'”accordo” raggiunto tra il governo italiano e quello albanese sulla creazione di qualche “centro di prima accoglienza” (o come li si voglia chiamare, hot spot suona meglio, campi profughi no) che possa contenere un flusso di circa 30.000 immigrati l’anno (una goccia nell’oceano, anche fuori di metafora, rispetto agli afflussi registrati dalle coste italiane), soprattutto perché i termini non sono ancora chiari e non vorrei nemmeno correre un istante il rischio di allinearmi a quello schifo eterno chiamato “PD”.

Per quanto concerne la storia, dubito sia un modo per far rinascere l’antica fratellanza italo-albanese; più probabilmente, servirà solo a garantire a Tirana un accesso all’UE sperando che in futuro possa fungere da alleato almeno a livello burocratico (calcolo impossibile da fare, considerando anche il motivo per cui, al di là di tutta la propaganda, albanesi e italiano NON sono popoli fratelli).

Quel che so è che -essendo probabilmente l’unico ad averlo letto in Italia- nel suo ultimo libro intervista, Giorgia Meloni fa dell’amicizia con il Primo ministro albanese il cardine del suo nuovo corso diplomatico, basato sulla “fissa” per i “rapporti personali”: «[Credete] davvero che le dinamiche che sovrintendono alla politica, anche quella ai massimi livelli, siano poi così diverse da quelle del nostro comune vivere quotidiano? Ovviamente no».

La premier riporta come esempio l’entente cordiale con il Presidente tunisino basata sulla dipendenza da nicotina:

«Io, avendo vergognosamente ripreso a fumare dopo tredici anni che avevo smesso, anche grazie alla pausa sigaretta ho costruito qualche solido rapporto. Penso sempre al primo incontro con il presidente tunisino Saied, personalità molto forte e abilissimo negoziatore. Durante la mia visita a Tunisi, l’incontro bilaterale è durato quasi due ore. Alla fine mi porta a vedere la vista sul mare della sua bella residenza e io timidamente dico: “Presidente, ti dispiace se fumo una sigaretta?”. Apriti cielo, era contentissimo. Ha tirato fuori il pacchetto e da allora la pausa caffè e sigaretta è il nostro momento».

Infine, come si diceva, la Meloni non ha potuto fare a meno di eleggere l’omologo albanese come primo esempio di tale “fissa”:

«Mi viene in mente Edi Rama, primo ministro albanese, che parla perfettamente italiano e segue da vicino la nostra politica, così spesso commentiamo il quotidiano via messaggio».

Come si suol dire, se son rose fioriranno.

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