Wolfgang Schäuble se n’è andato e dispiace un po’ a tutti, specialmente a quelli che avrebbe preferito fosse morto in culla o durante il suo lunghissimo magistero all’insegna della metafisica da bottegai e dell’ordoliberismo come fase suprema del nichilismo.
Un dato che a molti è sfuggito e continua a sfuggire in questi giorni è che Schäuble fu uno dei sostenitori più convinti della fallimentare (anche senza senno di poi) politica di accoglienza merkeliana, arrivando a promuovere l’immigrazione selvaggia come miglior espediente per pervenire alla rigenerazione razziale. Così affermò papale papale in un’intervista alla Zeit del giugno 2016:
“Die Abschottung ist doch das, was uns kaputt machen würde, was uns in Inzucht degenerieren ließe. Für uns sind Muslime in Deutschland eine Bereicherung unserer Offenheit und unserer Vielfalt. Schauen Sie sich doch mal die dritte Generation der Türken an, gerade auch die Frauen! Das ist doch ein enormes innovatorisches Potenzial!”
«L’isolamento ci distruggerebbe, facendoci degenerare nella consanguineità. Per noi, gli immigrati islamici in Germania sono un arricchimento alla nostra apertura e diversità. Guardate alle terze generazioni dei turchi, specialmente le donne! Qui c’è un enorme potenziale innovativo!»
Il termine usato è Inzucht. Endogamia. Come se sposarsi e far figli con un/una connazionale fosse una forma di incesto. Almeno ci si renda conto della malattia mentale che continua a contraddistinguere questi esemplari umani (definiti “tecnocrati”) e dei legami intrattenuti in Europa tra austerità e sostituzione etnica.