L’ambasciata israeliana in Cina ha protestato contro il “palese antisemitismo” di un programma dal canale estero dell’emittente statale CCTV, nel quale si è discusso dei bombardamenti israeliani su Gaza ponendo l’accendo sull’influenza che gli ebrei avrebbero sulla politica e i media occidentali.
1/5 We are appalled to see blatant anti-Semitism expressed in an official Chinese media outlet, we have hoped that the times of the “Jew’s controlling the world” conspiracy theories were over, unfortunately anti-Semitism has shown its ugly face again.
— 以色列在中国 (@IsraelinChina) May 18, 2021
L’ambasciata ha dichiarato in un tweet che “si sperava che le teorie complottiste dell’ebreo che controlla il mondo fossero finite, ma sfortunatamente l’antisemitismo torna di nuovo a far capolino”.
Nella trasmissione della CGTN il conduttore Zheng Junfeng ha confutato l’idea che il sostegno degli Stati Uniti a Israele sia veramente basato su valori democratici condivisi, affermando che “alcune persone credono che la politica pro-israeliana degli Stati Uniti sia riconducibile all’influenza di ricchi ebrei e della lobby ebraica sulla politica estera americana”.
“Gli ebrei dominano i settori della finanza e di Internet“, ha detto ancora Zheng, parlando in inglese. “Quindi possiedono davvero quelle potenti lobby di cui alcuni parlano? Non è da escludere”. Zheng ha poi accusato gli Stati Uniti di usare Israele come “testa di ponte” in Medio Oriente nella sua campagna per distruggere il panarabismo.
Non ci sono stati commenti immediati da parte della CCTV e il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian ha affermato di “non essere a conoscenza della situazione”. In una conferenza stampa Zhao ha dichiarato che “la Cina ha ripetutamente affermato la sua posizione sul conflitto tra Palestina e Israele”. Il video tuttavia è stato cancellato sia da Twitter che dal sito ufficiale della CGTV.
La Cina è da tempo sostenitrice della causa palestinese e nei giorni scorsi il ministero degli Esteri ha stigmatizzato gli Stati Uniti per aver posto il veto su una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite contro Israele. Tuttavia, da quando ha stabilito relazioni diplomatiche formali con lo Stato ebraico nel 1992, Pechino ha coltivato stretti legami economici, tecnologici e militari con esso, compreso l’acquisto dei primi modelli di droni israeliani.
L’ebraismo non è una delle religioni ufficialmente riconosciute dalla Cina e gli stereotipi sugli ebrei come astuti affaristi e manipolatori del mercato sono comuni sui media cinesi.
Come afferma un commentatore americano così “politicamente scorretto” che non possiamo neppure citare il suo nome (pena l’oscuramento del sito da un celebre motore di ricerca),
“Non voglio accusare i cinesi di essere letteralmente autistici, ma l’autismo è l’unica cosa con cui noi occidentali possiamo confrontare la loro mentalità. Sono totalmente incapaci di capire perché, se una cosa è vera, non è permesso dirla. Quindi continueranno a dichiarare che il mondo occidentale è dominato dagli ebrei, e quando verranno accusati di antisemitismo, rimarranno spiazzati per un secondo ma poi andranno avanti a farlo”.