Gli insulti contro gli italiani nel mondo

Bachicha (Argentina, Bolivia, Cile, Perú): scherzoso, dal genovese “Baciccia “(diminuitivo di Giambattista)

Burnt pizza (USA): “pizza bruciata”

Carcamano (Brasile): indica gli italiani e gli italo-brasiliani che “calcano la mano”, cioè premono sul piatto della bilancia per alzare il prezzo della merce.

Cugino (USA): usato a Brooklyn, per insinuare che gli italiani siano tutti cugini.

Dago (UK, USA): storpiatura di “Diego” (oppure da dagger” coltello), usato anche in Australia perlopiù per indicare persone di origine sudamericana.

Digó (Ungheria): risale ai tempi dell’Austria-Ungheria, storpiatura dell’intercalare “dico”.

Eyetie (UK): Usato a partire dalla Seconda guerra mondiale, è la storpiatura di Italian.

Guinea (USA): particolarmente offensivo perché implica che gli italo-americani non siano bianchi. Deriva da Guinea Negro e originariamente si riferiva a qualsiasi persona di colore. Nel 1890 venne usato per gli italiani, e a partire dal XIX secolo anche per gli ispanici, sebbene il riferimento agli italiani resti il più comune.

Ginzo (USA): storpiatura di “Gino”, ma anche diminutivo di “Guinea”.

Goombah (USA): da “cumpà”.

Greaseball (USA): “palla di grasso”, basato sullo stereotipo che gli italiani utilizzano troppa brillantina.

Greaser (Australia): basato sullo stereotipo secondo cui gli italiani abbiano la pelle grassa o l’odore di fritto addosso (i primi emigrati in Australia lavoravano soprattutto nel settore della ristorazione).

Guido (USA): risale alle prime emigrazioni, probabilmente è solo un riferimento al nome italiano, ma un’etimologia popolare afferma che sia perché molti italiani alla richiesta di che lavoro facessero rispondevano “Io guido”, e quello sarebbe stato segnato come nome. In effetti viene utilizzato soprattutto per gli italo-americani della working-class.

Itaker (Germania).

Katzelmacher (Austria): “quello che fa i paioli”, probabilmente ispirato dagli intagliatori ladini della Val Gardena, tra i primi “frontalieri” del’era moderna.

Maccheroni (Romania); Macarrone (Brasile); Makaronar (Slovenia); Makaroniarz (Polonia); Macaronnik (Russia); Makarooni (Finlandia)…

Macskazabáló (Ungheria): “Mangiagatti”. Il termine è un calco del Katzenesser tedesco (usato contro gli svizzeri) e il suo utilizzo si attesta a partire dall’occupazione asburgica nel nord Italia, per poi consolidarsi tra i soldati ungheresi durante la Prima guerra mondiale.

Mozzarella (USA): un italiano dalla pelle chiara.

Raviolikop (Olanda): “Testa di raviolo”.

Reißfresser (Austria): “mangiariso”, in realtà ormai diventato comune, anche in Germania, per indicare persone di origine orientale.

Rital (Francia): deriverebbe dall’abbreviazione di Réfugié Italien, oppure per irridere alla difficoltà di pronunciare la “r” francese degli emigrati.

Saapasmaalainen (Finlandia): vale per “zoticone”, suona come “stivalaro”.

Spagge (Svezia); Spagetti (Finlandia); Spaghetti-bender o Spaggo (UK); Spaghettifresser (Germania); Spaghettivreter (Olanda)…

Tano (Argentia): probabilmente derivato da “napoletano”.

Tschingg (Svizzera): “Cinque”, deriva dal gioco della morra praticato dagli emigranti.

Wog (Australia, UK): origine incerta, indica tutti gli immigrati di pelle scura; The wogs begin at Calais, “I wog cominciano a Calais”, è un modo di dire per affermare che chi non è britannico non è bianco.

Wop (USA): da “guappo”.

Žabari (Serbia): “mangiarane”; oltre a irridere alle nostre abitudini alimentari (ma non è chiaro come la diceria si sia diffusa da quelle parti) implica anche codardia per la facilità con cui è possibile cacciare tale preda (probabilmente con lo stesso sottinteso noi lo utilizziamo contro i francesi).

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